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alan sono commossa..

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2006 15:35
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
oh,un altro capolavoro della storia del cinema,però amore questa volta voglio scriverla io la trama visto che mi definisci "donna di cultura" te lo dimostro,

ecco qua:

"Un barbiere ebreo (Charlie Chaplin), colpito da amnesia in seguito alle ferite riportate sul fronte della prima guerra mondiale, torna al ghetto della sua città dopo anni di ospedale. Ignaro dei cambiamenti politici avvenuti nello stato di Tomania, guidata dal dittatore Adenoid Hinkel (Charlie Chaplin), si scontra coraggiosamente con le camice grigie, s’invaghisce della dolce Hannah (Paulette Goddard) e infine si sostituisce suo malgrado al dittatore Hinkel, che gli somiglia perfettamente, e pronuncia un appassionato e ottimista discorso davanti alla nazione.

Il grande dittatore è un durissimo atto d’accusa contro il nazismo (facile riconoscere in Hinkel Hitler e in Napaloni Mussolini) giocato però in chiave di farsa surreale e grottesca. La copia restaurata attualmente nelle sale contiene le scene con la paffuta moglie di Napaloni (queste scene furono tagliate per non urtare la suscettibilità della signora Mussolini, che nel 1961, quando il film poté uscire in Italia, era ancora viva).

Il tono scanzonato e divertito, diretto discendente dei vorticosi “Keystone Cops”, già a suo tempo fece storcere il naso a più persone. Lo stesso Chaplin, d’altra parte, in seguito dirà: “Se avessi saputo com’era spaventosa la realtà dei campi di concentramento non avrei fatto Il grande dittatore”.


Il film è in assoluto uno dei migliori di Chaplin per il valore umanitario, per la satira corrosiva del dittatore Hinkel (che spesso si esprime in un buffo grammelot, a dimostrazione che Chaplin iniziava a capire le potenzialità del cinema sonoro), per la limpidezza espressiva e stilistica (è ancora forte la lezione di Griffith) e per il perfetto equilibrio tra dramma e comicità. Un film da non perdere, che c’insegna a ridere dei dittatori, perché può essere un valido modo di ridicolizzarli e combatterli. E che tra l’altro ha ispirato uno dei capolavori degli ultimi anni (il premiatissimo La vita è bella (1998) di Roberto Benigni, zeppo di rimandi al film di Chaplin).

Il grande dittatore non è affatto invecchiato. Certo, alcune gag non sono del tutto riuscite, altre sono riciclate dai cortometraggi degli anni ’10 e ’20 (molte gag erano già presenti in Charlot soldato (1919). Molto spesso la comicità si basa tutta sulla pantomima, ma come abbiamo già accennato con questo film l’”arresa” di Chaplin al sonoro è definitiva.

Una curiosità: per la sequenza della “danza” col mappamondo, che sembra assolutamente improvvisata, in realtà occorsero ben tre giorni di lavorazione. Viceversa il discusso discorso finale, che sembra scritto parola per parola, fu girato in un paio d’ore e venne improvvisato da Charlie Chaplin."



Scritto da: alanparsonx 04/10/2006 19.32
tesoro, appena ne termino il montaggio ti posto un' altro video, in cui si vede, ovviamente sempre in seguito ad un accurato (almeno spero) lavoro di ricostruzione storica, chaplin durante le riprese del suo primo film sonoro: "Il grande dittatore".


06/10/2006 15:31
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
heilà! bellissima tra le bellissime della tv è fantastica questa tua trama/recensione.

non sapevo che da questo film Benigni trasse ispirazione per il suo "la vita è bella", davvero; e ben fece dato che codesta, ispirazione lo condusse all' Oscar. Questa sì che è vera cultura, bella.






Scritto da: tyzyanas 05/10/2006 19.12
oh,un altro capolavoro della storia del cinema,però amore questa volta voglio scriverla io la trama visto che mi definisci "donna di cultura" te lo dimostro,

ecco qua:

"Un barbiere ebreo (Charlie Chaplin), colpito da amnesia in seguito alle ferite riportate sul fronte della prima guerra mondiale, torna al ghetto della sua città dopo anni di ospedale. Ignaro dei cambiamenti politici avvenuti nello stato di Tomania, guidata dal dittatore Adenoid Hinkel (Charlie Chaplin), si scontra coraggiosamente con le camice grigie, s’invaghisce della dolce Hannah (Paulette Goddard) e infine si sostituisce suo malgrado al dittatore Hinkel, che gli somiglia perfettamente, e pronuncia un appassionato e ottimista discorso davanti alla nazione.

Il grande dittatore è un durissimo atto d’accusa contro il nazismo (facile riconoscere in Hinkel Hitler e in Napaloni Mussolini) giocato però in chiave di farsa surreale e grottesca. La copia restaurata attualmente nelle sale contiene le scene con la paffuta moglie di Napaloni (queste scene furono tagliate per non urtare la suscettibilità della signora Mussolini, che nel 1961, quando il film poté uscire in Italia, era ancora viva).

Il tono scanzonato e divertito, diretto discendente dei vorticosi “Keystone Cops”, già a suo tempo fece storcere il naso a più persone. Lo stesso Chaplin, d’altra parte, in seguito dirà: “Se avessi saputo com’era spaventosa la realtà dei campi di concentramento non avrei fatto Il grande dittatore”.


Il film è in assoluto uno dei migliori di Chaplin per il valore umanitario, per la satira corrosiva del dittatore Hinkel (che spesso si esprime in un buffo grammelot, a dimostrazione che Chaplin iniziava a capire le potenzialità del cinema sonoro), per la limpidezza espressiva e stilistica (è ancora forte la lezione di Griffith) e per il perfetto equilibrio tra dramma e comicità. Un film da non perdere, che c’insegna a ridere dei dittatori, perché può essere un valido modo di ridicolizzarli e combatterli. E che tra l’altro ha ispirato uno dei capolavori degli ultimi anni (il premiatissimo La vita è bella (1998) di Roberto Benigni, zeppo di rimandi al film di Chaplin).

Il grande dittatore non è affatto invecchiato. Certo, alcune gag non sono del tutto riuscite, altre sono riciclate dai cortometraggi degli anni ’10 e ’20 (molte gag erano già presenti in Charlot soldato (1919). Molto spesso la comicità si basa tutta sulla pantomima, ma come abbiamo già accennato con questo film l’”arresa” di Chaplin al sonoro è definitiva.

Una curiosità: per la sequenza della “danza” col mappamondo, che sembra assolutamente improvvisata, in realtà occorsero ben tre giorni di lavorazione. Viceversa il discusso discorso finale, che sembra scritto parola per parola, fu girato in un paio d’ore e venne improvvisato da Charlie Chaplin."



06/10/2006 15:35
 
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