musica nel video che vedo ora

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tyzyanas
00lunedì 14 settembre 2009 16:43
alan!mai e poi mai avrei immaginato che la musica della sigla del noto "tv7" non era farina del sacco della rai bensì si tratta di musica jazz.non si smette mai di imparare,però perla mia ignoranza sul jazz non ho capito bene chi è l'autore
alanparsonx
00lunedì 14 settembre 2009 19:24
Stan Kenton

Stanley Newcomb Kenton (Wichita, 15 dicembre 1911 – Los Angeles, 25 agosto 1979) è stato un direttore d'orchestra statunitense, impegnato nell'ambiente jazz. Nei suoi ultimi anni si dedicò soprattutto all'insegnamento.

Stan Kenton è tra le grandi figure del firmamento della storia del jazz. La sua orchestra, fortemente caratterizzata da un particolare suono (kenton sound) sapiente e seducente ( anche grazie alla collaborazione di diversi arrangiatori come Pete Rugolo, Lennie Niehaus, Gene Roland, Gerry Mulligan e lo sperimentatore Bob Graettinger ) getta un ponte tra la musica jazz afro-americana e le acquisizioni raffinate e suggestive della musica colta del novecento. La sua orchestra si avvalse sempre di importanti personalità, ad esempio trombonisti, quali Frank Rosolino, Kai Winding e Carl Fontana, o alfierr del suono cool-newyorkese come Lee Konitz e Dave van Kriedt.

Specializzato nell'arrangiare ritmi Afro-Cubani (di cui fu un pioniere) per grandi organici (e alcune delle sue orchestre sfioravno i quaranta elementi) Kenton fu un direttore d'orchestra dotato di un suono distintivo e di una grande influenza sul panorama musicale: i componenti delle sue orchestre erano normalmente solisti di prim'ordine. Le idee che propugnava, e soprattutto il suo modo di porle, gli attirarono molte critiche inclusa quella (mossagli da Leonard Feather e probabilmente ingiusta) di avere pregiudizi razziali. Resta di lui e della sua orchestra una grande e imponente discografia variamente citata (la sua "Intermission Riff" è la sigla della rubrica settimanale del TG1 "Tv7").


Le critiche
Le critiche contro Kenton non si limitarono solo alla sua musica. Nel 1956 quando la sua orchestra era ritornata dal suo tour europeo, il "Premio della Critica" indetto dalla rivista americana Down Beat, aveva mostrato vittorie di musicisti Afro-Americani in tutte le categorie. L'orchestra di Kenton stava suonando in Ontario, in Canada a quel tempo, e Stan Kenton mandò un telegramma dove lamentava "una nuova minoranza, i musicisti di jazz bianchi," e inoltre il compositore affermava "un completo e totale disgusto con i geni del jazz". Il critico Leonard Feather, da solo senza il supporto degli altri critici, rispose il 3 ottobre del 1956 con una lettera, dove discuteva la visione razziale di Kenton e il suo disprezzare dei musicisti Afro-Americani come Duke Ellington, Count Basie e Dizzy Gillespie. Il fatto che Kenton non avesse vinto il "Premio della Critica" era la ragione più ovvia di questo suo atteggiamento; questo lungo pregiudizio per molti anni, ora veniva in superficie; Kenton non aveva assunto abbastanza Afro-Americani (nella sua orchestra) in tutti questi anni.

Molti critici furono in disaccordo. Tre anni prima di questo avvenimento, il 16 dicembre 1953, il critico di Down Beat, Nat Hentoff, aveva scritto che: "Stan è libero da ogni pregiudizio di ogni tipo, come ogni uomo che io conosco". Tuttavia, sebbene ci furono solisti Afro-Americani che suonarono nell'orchestra di Kenton, pochissimi effettivamente suonarono con lui per lungo tempo.

Lo stile
Senza dubbio la musica di Kenton stride alle orecchie degli ascoltatori di jazz classico come quello di Duke Ellington, Count Basie e altri, per molte delle sue scelte musicali.

In primis, un elemento che contraddistinguerà Kenton in molte sue registrazioni (e che sarà oggetto di critiche continue), è l'accostare veri e propri muri sonori di fiati (trombe, tromboni), spinti al massimo, talvolta alla dissonanza, a temi e melodie tranquille. L'imprevedibile è sempre un elemento principale in Kenton, tant'è che in molti suoi brani non si è mai in grado di capire cosa accadrà dopo: un piano solo, un tema eseguito dall'orchestra o un'esplosione astratta di note, eseguite dai fiati.

Ma lo stile di Kenton arriva fino alla cinematografia: saranno infatti le musiche dei film polizieschi a influenzarlo molto, e a creare composizioni non tanto differenti dalle colonne sonore dei primi film di 007. Successivamente una passione che Kenton coltiverà per molti anni, sarà quella per la musica cubana e latina. Infatti, molte delle composizioni che scriverà e da cui trarrà ispirazione avranno come radice i ritmi cubani e africani, tant'è che si circonderà di percussionisti e di polistrumentisti: i suoi trombettisti ad esempio, nel brano Peanut Vendor, useranno percussioni durante alcuni stacchi ritmici.



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